Itinerario 3
I Gessi da Brisighella
S. Marabini, U. Bagnaresi, G.P. Costa, P. Forti.
Da Brisighella, un quarto d'ora in auto o in treno da Faenza (13 km), dominata dai suoi tre celebri colli, si accede direttamente ad un articolato entroterra gessoso dominato dalla cima del Monte di Rontana e ampiamente servito sia da viabilità stradale che da sentieri pedonali (Fig. 39). Il nostro itinerario vuole consentire la scelta tra varie combinazioni di soste e visite particolareggiate, in parte servendosi dell'auto ma anche con possibilità di farne a meno. E comunque consigliabile dedicare a questo itinerario almeno un'intera giornata di escursione, anche considerando che Brisighella offre molti richiami
storico-monumentali.
Nel caso, tuttavia, che per necessità ci si debba limitare esclusivamente o prevalentemente alle soste nei soli tratti percorribili con auto, risulta possibile collegare nell'ambito della medesima giornata tale itinerario a quello nei Gessi di Monte Mauro (v. Itinerario 2B).
TRATTO 1-5
Scegliendo come punto di partenza la stazione FFSS di Brisighella (1), si può salire in auto al Santuario del Morticino (5) comodamente lungo i tornanti della strada provinciale asfaltata (1,4 km); oppure, a piedi, zig-zagando attraversando il centro storico di Brisighella con possibilità di visitare tra l'altro varie grotte-stalla medievali scavate nel gesso presso la via degli Asini (2), si può salire per una comoda scalinata alla rupe costituita da banchi verticalizzati di gesso della Torre dell'Orologio, e giungere al Santuario passando vicino alla Rocca medievale
(4): tempo circa 1h e 30'. Il percorso pedonale consente in molti punti l'osservazione ravvicinata dei banchi selenitici inferiori, e localmente degli interstrati marnosi, in giacitura da molto inclinata sino a verticale o addirittura rovesciata (come si evince dalle V rovescie dei grandi cristalli di
selenite).
SOSTA 5 - CAVA - MUSEO DEL MONTICINO
È in fase di lenta realizzazione, conseguente alla cessazione dell'attività estrattiva e al recupero ottimale della omonima cava. Consentirà la salvaguardia definitiva della vasta superficie di strato al tetto del ciclo II, tappezzata di grandi cristalli di gesso isorientati (Fig. 39), l'esposizione di una delle più spettacolari discordanze angolari (fra cicli gessosi e Formazione a Colombacci + Argille Azzurre) dell'Appennino settentrionale (Figg. 40 e 41), lo studio scientifico dei gessi e delle faune e flore marine e continentali in esse contenute. A partire dall'agosto del 985, infatti, sono stati rinvenuti, in oltre 27 punti del fronte di cava,
resti fossili ascrivibili a varie decine di specie di vertebrati continentali vissuti tra 5 e 5,5 milioni di anni fa (v. cap. 2). Alcune fessure che hanno fornito reperti saranno conservate, ad esempio la "tasca n. 8" (lato Santuario). La cava recuperata rappresenterà così un comodo strumento didattico e un ulteriore fattore di promozione turistica della ridente cittadina di Brisighella (Fig. 42 e 43).
TRATTO 5-11/12
Dal Santuario del Monticino si può raggiungere rapidamente il Monte di Rontana (11) proseguendo in auto per la strada provinciale e svoltando a sinistra al bivio dopo Case Vernello (9), con facile parcheggio (11, 12) in prossimità della vetta (circa km 4,5 da Brisighella). Lungo il percorso sono possibili varie soste.
SOSTA 6
Panoramica del paesaggio calanchivo che caratterizza la successione argillosa plio-pleistocenica fin quasi alla pianura romagnola. In primo piano, verso N, si domina l'alta valle del Rio Chiè, sede di notevoli colate franose. Sul lato opposto della strada vi sono due accessi all'area della Cava - Museo del Monticano. Da notare qui l'assenza di consistenti formazioni boscate nelle aree argillose, le quali presentano condizioni edafiche poco favorevoli alle specie forestali.
SOSTA 7
Osservazione a distanza della cava di gesso abbandonata Marana
(Fig.
43). Nel lato a destra, per chi entra, dell'anfiteatro residuo dell'attività estrattiva, il solo punto che si può ritenere non pericoloso visitare da vicino (è assolutamente sconsigliato entrare nelle gallerie), sono osservabili alcuni cicli evaporatici superiori ben sviluppati e articolati nelle loro facies sedimentarie; in particolare, sono presenti qui alcune delle più belle cristallazioní di gesso nodulare (Fig. 44). Da questo punto è facile scendere a piedi sino all'ingresso della Grotta La Tanaccia (tempo circa 15'); per l'eventuale visita informarsi precedentemente al Comune di
Brisighella.
SOSTA 11
Comoda salita a piedi sino alla grande croce sulla cima del Monte di Rontana (tempo circa 15'), importante punto panoramico da cui si spazia su tutto il territorio romagnolo e in particolare sulla bassa valle del Lamone in direzione di Faenza.
Essa è una meta normalmente frequentata anche d'inverno, quando la cima isolata del monte svetta al di sopra delle coltri di nebbia che risalgono le valli del Lamone e del Senio, o quando in rare mattinate serene si scorgono in lontanza le cime innevate delle Prealpi Gardesane. La grande croce in cemento, ben visibile dalla pianura faentina, è stata riedificata nel 1961, in quanto la precedente
inaugurata nel 1901 era stata parzialmente distrutta da un fulmine nel 1944; ai piedi del manufatto religioso, emergono tra le sterpaglie i pochi ruderi del
Castello di Rontana, tra cui è individuabile il basamento del mastio a pianta ogivale.
Sul fondo di una grande dolina posta sul fianco NO del Monte di Rontana, localmente chiamata "il Catino di Pilato", si apre l'ingresso
dell'Abisso Luigi Fantini.
SOSTA 12
Agevole accesso al Parco naturale attrezzato Carnè (13) (per informazioni aggiornate sul periodo di apertura telefonare al Comune di
Brisighella).
È una delle aree strutturalmente più complesse dell'intera Vena del Gesso, un vero crocicchio di accavallamenti tettonici la cui originaria geometria è stata successivamente complicata da numerose faglie verticali, sia orientate NS (trasversali) che orientate EO (longitudinali); tale assetto strutturale ha favorito il notevole sviluppo di processi carsici sotterranei e in superficie, espressi da alcuni splendidi esempi di doline.
Un'ottima palestra per geologi dilettanti può risultare la numerazione dei banchi gessosi verticalizzati che costeggiano il sentiero a E di Casa Carnè.
Dal centro del parco, dirigendosi verso il Monte di Rontana, si attraversano densi boschi di conifere, realizzati prima e dopo l'ultima guerra su pascoli e cedui degradati, principalmente con pino nero e cipresso. Protetti dal bosco adulto, si osservano con sempre maggiore frequenza giovani esemplari di specie forestali locali, ma anche di pino e cipresso, nati e cresciuti spontaneamente, indici del miglioramento delle locali condizioni di suolo e di microclima determinato dal bosco adulto realizzato con il rimboschimento. Il medesimo tratto, dal Santuario del Monticino (5) al Monte di Rontana, può essere percorso a piedi al di fuori della strada principale. Si imbocca un sentiero posto a S del crinale gessoso che, passando per Baiavolpe (Baia La Volpe), Marana (con possibilità di osservazione dall'alto, avvicinandosi con prudenza, dell'ex-Cava Marana v. SOSTA 7), Casa del Cardinale, attraversa la strada rotabile per Monte di Rontana (10) e porta direttamente a Carnè (13) e infine al Monte di Rontana: tempo di circa 2h e 30'.
TRATTO 11/12 - ZATTAGLIA
Dal Monte di Rontana si può proseguire in auto per strada asfaltata verso SO, percorrendo a lungo lo spartiacque tra il Fiume Lamone e il Torrente Sintria, e quindi scendere sino a Zattaglia (circa 9 km da Brisighella), dove ci si può collegare all'Itinerario 2B. Tra le possibili soste panoramiche, si consiglia in particolare:
SOSTA 14
Classica panoramica frontale a NO dell'ammasso gessoso composito di Monte Mauro - Monte Incisa, idonea per la "lettura" della sua struttura a scaglie tettoniche sovrapposte una all'altra come gli embrici di un tetto (Fig. 34). Tale punto di osservazione preliminare è assai consigliabile per chi voglia successivamente addentrarsi in un riconoscimento diretto sul campo dei contatti tettonici (v. Itinerario 2B). A E è invece osservabile, con una buona visuale dall'alto, il panorama di frane a gradoni della Torretta, che interessa i litotipi stratificati della Formazione Marnoso - arenacea; in particolare si osserva bene la faglia maestra sul lato N del versante, e il "faraglione" relitto dell'ultimo grosso evento franoso degli anni '70 (Fig. 45). Nelle vicinanze, a ridosso della Vena, fioriscono rigogliosi gli ulivi (Fig. 46).
TRATTO 11/12-18
Dal Monte di Rontana si può raggiungere in auto la zona di Castelnuovo (17-18) ritornando all'incrocio della strada provinciale (9), quindi proseguendo a sinistra sino a imboccare la strada per Vespignano (16). Tra le varie opportunità di sosta ed escursione a piedi, si segnalano:
SOSTA 15
Panoramica dall'interno di una vasta conca di paleofrana interessante il lato N della Vena del Gesso in corrispondenza della superficie di faglia tra una delle scaglie di gesso che si eleva verso Monte di Rontana e una scaglia costituita da rocce della Formazione Marnoso - arenacea che le sta sopra; quest'ultima caratterizza geologicamente e morfologicamente tutto il versante settentrionale della Vena, prolungandosi a S sino a separare i Gessi di Rontana da quelli di Brisighella, e ricollegandosi a NO col miniHorst del Sintria. Affioramenti di rocce della Formazione Marnoso - arenacea sono osservabili nel tormentato versante di frana a monte della strada, in direzione di Masiera.
SOSTA 17
Da qui parte un sentiero che raggiunge in 10' la conca semichiusa di Piantè, una morfologia pseudocarsica modellata su rocce argillose della Formazione Marnoso - arenacea che presenta analogie con il paesaggio di Monte Mauro (vedi Itinerario 2B), e un altro che eventualmente si può imboccare per risalire a piedi sino al Monte di Rontana (tempo 1h e 30').
SOSTA 18
È raggiungibile senza problemi la Chiesa di Castelnuovo (tempo 10') in un paesaggio carsico densamente punteggiato di
doline (Fig. 47), alcune molto regolari che invogliano a fermarsi per il pic-nic; oppure ci si può muovere in direzione di Vespignano (tempo 40') con vista panoramica della vallata del Sintria lungo un percorso in quota alla base della parete gessosa.
Nei suddetti percorsi, è interessante osservare le differenze tra il paesaggio dei "gessi" e quello delle "argille", determinate essenzialmente dalla differente morfologia e dalla natura della roccia madre. Ricco di boschi e di vegetazione spontanea il primo, ricco di campi e di aree calanchive il secondo. Più a monte, nella vallata del Sintria, sulle circoscritte terrazze fluviali, sulle moderate pendenze, con terreni profondi e freschi, si sono potute affermare discrete e varie colture agricole, interrotte ed alternate ad affioramenti rocciosi.
Ai margini della Vena, insistono alcuni centri rurali ancora abitati ed attivi.
I Gessi di Rontana e Castelnuovo costituiscono una unità carsica didatticamente esemplare e di indubbio fascino paesaggistico, in primo luogo per la caratteristica e sviluppata morfologia a dolina. Questo ampio affioramento gessoso è attraversato da SE a NO da un collettore ipogeo nel quale confluiscono tutte le acque carsiche di questa porzione della Vena. Le acque tornano a giorno dalla Grotta Risorgente del Rio Cavinale, poco a valle della bella rupe di Castelnuovo, raggiungibile con difficoltà attraverso un percorso non segnalato (conviene avere una guida del posto). In questa parete subverticale, sotto la chiesa, si apre un pittoresco sottoroccia adattato a ricovero o a posto di guardia in epoca medievale. Ai piedi della rupe, ad E dell'area boscata del Rio Cavinale, sorge Ca' Torre, nei pressi
dell'"ingresso" di una singolare dolina a ferro di cavallo. Nella parte centrale dell'edificio si osserva una rara porta ad arco gotico.