Regione Emilia Romagna; Assessorato Pianificazione e Ambiente, Collana naturalistica - La Vena del Gesso - 1974

  
     

Itinerario 2

I Gessi da Riolo Terme

S. Marabini, U. Bagnaresi, G.P. Costa, P. Forti, A. Olivier, G.B. Vai

Riolo Terme, a circa un'ora d'auto da Bologna, è il punto di partenza ideale per visitare Borgo Rivola, Crivellari, Ca' Budrio, Zattaglia, Monte Mauro e altri siti notevoli del tratto di Vena del Gesso che taglia trasversalmente la vallata del Torrente Senio.

Poiché questa zona comprende le porzioni di Vena del Gesso più imponenti, naturalisticamente più conservate e conservabili, idonee soprattutto per esplorazioni attraverso sentieri stretti dalla vegetazione, sono stati prescelti percorsi tali da ridurre al minimo l'impiego dell'auto. Molti dei sentieri indicati possono essere percorsi a cavallo o in mountain-bike.

Nel caso la visita non possa prevedere lunghe soste per escursioni a piedi, risulta senz'altro possibile collegare nell'ambito della medesima giornata tale itinerario a quello nei Gessi di Brisighella (v. Itinerario 3).

Itinerario 2A (Fig. 24)

TRATTO RIOLO TERME - BORGO RIVOLA

Sono sufficienti 15' di auto lungo la SS 306 per risalire la valle del Senio sino alla strettoia di Borgo Rivola, completamente incisa in roccia gessosa. Il paese, sito ideale di stanziamento umano sin dalla preistoria, sorge su un terrazzo fluviale elevato di una trentina di metri rispetto all'alveo del fiume e modellato per gran parte sul substrato gessoso; nella scarpata fluviale furono eseguite da Scarabelli le prime osservazioni stratigrafiche moderne e la raccolta di faune dulcicole e salmastre del Messiniano superiore a partire dalla prima metà del secolo scorso.

TRATTO BORGO RIVOLA - MONTE MAURO

Circa 700 m prima di Borgo Rivola si dirama a SE della SS 306 la via Caduti di Crivellari, che subito attraversa il Senio ed è ben agibile per l'auto risalendo sino alla borgata dei Crivellari (km 6,5 da Riolo Terme); si tratta di un gruppo di edifici purtroppo in gran parte abbandonati e diroccati nel dopoguerra, per la cui costruzione è stata abbondantemente impiegata una locale pietra gessosa a grana fine di origine diagenetica, color miele, contenente frequenti noduli di selce e inglobante localmente piccoli gasteropodi (molluschi) di ambiente salmastro.

SOSTA 3

Sul lato NO di una dolina ubicata in corrispondenza del contatto sommitale della successione gessosa è ben osservabile un corpo lenticolare di conglomerati a ciottoli quasi esclusivamente calcarei, riferibile alla Formazione a Colombacci. Questa costituisce un dosso allungato per una decina di metri a lato della strada e che prosegue dopo i Crivellari (Fig. 25). La strada sterrata si riduce ad una carrareccia inoltrandosi in un paesaggio boscoso, internamente alla Vena del Gesso, per Ca' Faggia e Monte Mauro (v. Itinerario 2B). Spostandosi sulla dorsale, in direzione di Monte Mauro, si possono osservare a NE delle ampie aree boscate un tempo tenute a ceduo e pascolo. Si intravedono anche numerose conifere, sparse o in gruppi, rimboschite dopo l'ultima guerra.

La vegetazione forestale è molto varia per specie, densità e struttura. Nelle conche e nei ripiani con suolo profondo la roverella raggiunge dimensioni ragguardevoli, pur rivelando la sua diretta origine dal ceduo; altrettanto avviene per le altre specie forestali presenti (acero, carpino, orniello, ed anche in minor misura ciliegio selvatico, sorbo, ecc.). Nelle dorsali e nei versanti più ripidi, il suolo diventa meno fertile e con scarso spessore; le specie forestali assumono una forma più ridotta e raccolta e nelle aree più scoperte compare il ginepro, la ginestra, il pruno selvatico.

I vecchi coltivi e pascoli sono ormai diventati bosco, grazie alla disseminazione delle piante arboree vicine e sporadiche e ai rimboschimenti che hanno disseminato di conifere il territorio (pino nero, pino silvestre ed anche abeti: specie estranee all'ambiente naturale locale!). In alcune zone fertili e più accessibili, verso il settore inferiore della Vena, sono ancora attentamente coltivati rigogliosi frutteti e vigneti. Vecchi centri aziendali, in diverse condizioni di abbandono o in fase di restauro, sono sparsi in questa parte della Vena, un tempo ricca di vita e di faticose e povere attività agricole. I fabbricati sono ora destinati al riposo settimanale o al ricovero di attrezzi agricoli. Per ritrovare aziende agricole ancora vitali, bisogna scendere al confine inferiore degli affioramenti gessosi. Dalla dorsale, guardando in basso e verso S, dopo le ripide balze della Vena, si può osservare l'ampia valle cieca del Rio Stella, ricca di terreni favorevoli all'agricoltura, attualmente in gran parte destinati a colture arboree da legno (pioppeti, noceti e ciliegeti) e da frutto.

Dai Crivellari, verso O, è possibile entrare agevolmente nell'area della Cava di Borgo Rivola.

Da Borgo Rivola è anche possibile raggiungere a piedi (meglio a cavallo o in mountain-bike) Monte Mauro (tempo circa 3 h) per un percorso posto a meridione della Vena del Gesso, che risale la forra del Torrente Senio in destra idrografica passando sotto la celebre Grotta del Re Tiberio e in prossimità della Cava di Borgo Rivola e prosegue quindi per Mongardino, Ortale ed oltre.

CAVA DI BORGO RIVOLA

   

Per visite all'interno della vasta area della Cava di Borgo Rivola attiva dal 1958, attraverso percorsi pedonabili di facile transito è necessario il permesso della ditta (chiedere informazioni presso il Municipio di Riolo Terme). Tutti i percorsi hanno inizio dal ponte sul Torrente Senio, dove si giunge per una comoda e larga strada che si dirama dalla S.S. Casolana-Riolese poco dopo l'abitato di Borgo Rivola, e terminano su strade comunali asfaltate.

  

Ovviamente il circuito di visita potrà essere soggetto a possibili varianti in dipendenza dello sviluppo delle future attività estrattive, ma in ogni caso è stato individuato tenendo conto dell'ubicazione dei fronti di cava e delle discariche previste dal piano di coltivazione decennale ora in atto.

   
PERCORSO ALLA GROTTA DEL RE TIBERIO
  

Nella rupe gessosa di destra Senio, in parte modificata dall'attività di cava, si apre la Grotta del Re Tiberio. E' indubbiamente la grotta più nota e "celebrata" della Vena del Gesso. I lavori di estrazione del minerale hanno profondamente alterato questa risorgente attiva. La grotta è raggiungibile per uno stretto, ed in alcuni punti ripido sentiero panoramico, che si inerpica sul fianco della parete gessosa, ed è collegato alla viabilità interna del cantiere minerario. Dall'atrio di accesso della grotta, suggestivo per la presenza di numerose nicchie artificiali, "sedili" e veri e propri abbeveratoi scavati nella roccia (Fig. 26), la vista sulla valle e sulla sottostante stretta di Borgo Rivola è splendida. Proprio in virtù della posizione dominante e della antica presenza di acqua sorgiva e di stillicidio, la Tana del Re Tiberio è stata frequentata dall'uomo con una assiduità ed una continuità temporale uniche, per scopi nobili (religiosi, soprattutto in epoca preistorica e protostorica) e meno nobili (la "spelonca" fu ricovero di ricercati, banditi e falsari in epoca storica). Lo sviluppo della grotta è di oltre quattro chilometri con un dislivello di 182 m.

  

E' facilmente percorribile con abiti normali per un tratto illuminato di una sessantina di metri fino alla Sala Gotica, il cui singolare modellamento è in gran parte il risultato della soluzione provocata dall'acqua di condensazione; più oltre può essere visitata solo con attrezzatura speleologica (Fig. 24).

  
PERCORSO GENERALE
  

E' il percorso di visita più completo (ci vuole almeno una mezza giornata), interessantissimo e panoramico sia per una osservazione completa dell'interno della cava vera e propria che degli ambienti circostanti più o meno intatti. Dalla cima del "troncato" Monte Tondo a O-SO si domina la cava e la valle del Senio, mentre verso N la panoramica si allarga nella Pianura Padana dal mare fino alle Prealpi.

  

A un certo punto del percorso è osservabile il pozzo di gettito del minerale gessoso, costruzione molto interessante dal punto di vista minerario (Fig. 30a) ed alcuni impianti accessori della cava; di qui è anche possibile raggiungere agevolmente in direzione E, subito al di fuori dell'area di cava, l'abitato dei Crivellari (Fig. 24).

    
TRATTO BORGO RIVOLA - CA, BUDRIO
   

Circa 500 m dopo Borgo Rivola si diparte sulla destra della SS 306, al centro del terrazzo fluviale, la via Sasso Letroso (4) che può essere agevolmente risalita in auto almeno sino in prossimità della Chiesa di Sasso Letroso (5).

  
SOSTA 5
   

Affacciandosi sul ciglio della parete gessosa verticale in prossimità della chiesa, con graziose fioriture primaverili di pervinca vicino ai cristalli geminati di selenite a ferro di lancia (Fig. 27), si gode a S in direzione di Casola Valsenio la splendida veduta del fondovalle terrazzato in cui è profondamente incassato il Torrente Senio, veduta tanto più apprezzabile quanto più è sgradevole l'inserimento dei recenti impianti industriali. Questa conca di fondovalle, che si allarga per oltre un chilometro subito a monte della strettoia di Borgo Rivola, suggerì al giovane Scarabelli negli anni '40 del secolo scorso l'ipotesi di un antico lago prosciugato, poi rivelatasi inesatta ma non priva ancor oggi di fascino (Fig. 28).

   

Frontalmente, a E, si ha la panoramica più completa dello scempio ambientale perpetrato dalla Cava di Borgo Rivola, che si consiglia di vedere sinteticamente da qui. Il fronte di cava, ha risparmiato la parte gessosa occidentale a picco sul Torrente Senio, nella quale si apre la Tana del Re Tiberio. Oltre la Cava di Borgo Rivola, sullo sfondo della medesima, è visibile l'impluvio in cui è stata misurata la Sezione Monte Tondo nelle argille al limite Tortoniano / Messiniano, con significato analogo a quella di Monte del Casino (Itinerario 1B) (Fig. 29 e Fig. 30).

 

Da Sasso Letroso è raggiungibile a piedi (a cavallo o in mountain-bike), in circa 1 h, la sella di Ca' Budrio (7), una netta discontinuità morfologico-strutturale trasversale alla Vena del Gesso (tipo mini-Graben), caratterizzata dal campo di doline più occidentale della Vena medesima.

   

Il ritorno da Ca' Budrio verso Borgo Rivola è possibile per un sentiero alternativo che si dirama da un bivio ben individuabile all'interno del bosco (6); ma è anche possibile dirigersi verso NO in direzione di Monte del Casino, Banzole (v. Itinerario 1B), oppure scendere a S nel fondovalle del Senio all'altezza di Canova (8) in Fig. 24.


fig. 24 fig. 25 fig. 26 fig. 27
fig. 28 fig. 29 fig. 30 fig. 30a
      

fig. 24 - Itinerario 2A (base CTR Emilia-Romagna 1976).

fig. 25 -  Banchi conglomeratici nella Formazione a colombacci ai Crivellari. (foto G.B. Vai)

fig. 26 - Veduta dall'interno dell'ingresso alla Grotta del Re Tiberio a Borgo Rivola, con le caratteristiche nicchie artificiali. Schizzo autografo in un libretto di campagna di G. Scarabelli a metà dell'800. Bibl. com. Imola.

fig. 27 - Geminato di selenite a ferro di lancia con cristallo primario (opaco) all'interno. La scala è un fiore di pervinca. (foto G.B. Vai)

fig. 28 - La valle del Senio a monte della stretta di Borgo Rivola. (foto G.B. Vai)

fig. 29 - Sezione stratigrafica del limite Tortoniano/messiniano al Monte Tondo, lato E Cava Anic. (foto G.B. Vai)

fig. 30 - Alternanza tra argille scure bituminose e argille chiare con tracce di limivori. (foto G.B. Vai)

fig.  30a - Il pozzo di gettito del minerale gessoso nei pressi della cava di Borgo Rivola (foto P. Lucci, Speleo GAM)


Itinerario 2B (Fig. 31)

TRATTO RIOLO TERME - ZATTAGLIA

Da Riolo Terme si giunge comodamente a Zattaglia in auto, deviando verso E dalla SS 306 in prossimità dello Stabilimento Termale, giungendo al ponte sul Sintria, affluente del Torrente Senio, e risalendone in direzione SO il fondovalle prima in destra poi in sinistra idrografica sino al paese posto ai piedi della rupe di Monte Mauro. Zattaglia (km 10 da Riolo Terme), unico modesto abitato di questa valle secondaria fortunatamente poco frequentata, perché priva di richiami turistici, è tuttavia un nodo viabile ben collegato con la media valle del Senio a O (SP Monticino - Limisano) e con la valle del Lamone a E (vedi Itinerario 3).

SOSTA 1

Si ha dal fondovalle una veduta ravvicinata, dal basso, dell'incombente massa gessosa di Monte Mauro; portandosi nell'alveo del torrente si osserva molto bene il contrasto di giacitura tra gli strati della Formazione Marnoso-arenacea, suborizzontali, e le sovrastanti successioni di banchi gessosi verticalizzati di Monte Mauro e di Monte Incisa (Fig. 32), indice della importante superficie di faglia che li separa. Circa 400 m prima, in località Pietralunga, è ancora ben individuabile, subito a monte della strada provinciale, la residua morfologia di una cava abbandonata da cui fu quasi completamente asportato nel dopoguerra un grosso blocco di Calcare a Lucina (interpretato di recente come litoherma associato a venute sottomarine di metano) (Fig. 33). Molti frammenti calcarei sono tuttora rinvenibili nel suolo, ma è sicuramente più stimolante la ricerca di altri blocchi calcarei similari, grossi dal metro sin oltre la decina di metri, emergenti numerosi su ambedue i versanti vallivi (v. cap. 2).

TRATTO ZATTAGLIA - MONTE MAURO

Circa un chilometro prima di Zattaglia inizia sulla sinistra valliva (2) la strada sterrata, attualmente ben segnalata, che porta in prossimità della vetta di Monte Mauro (km 7 da Riolo Terme), risalendone con alcuni ampi tornanti a mezzacosta il versante meridionale.

SOSTA 3

In corrispondenza di uno stretto gomito di tornante a sinistra inizia la via Co' di Sasso, che costituisce senz'altro un'ottima partenza per salire a piedi a Monte Mauro, aggirandolo a N per Co di Sasso, Ca' Morara (Camorera), Monte Incisa, Canovetta (tempo circa 2 h).

Tale percorso offre una buona opportunità, per chi vuole cimentarsi nel riconoscimento sul campo della successione delle varie facies gessose e dei relativi cicli, in quanto consente l'attraversamento di ben tre scaglie tettoniche (Fig. 34), al contatto tra le quali sono spesso conservate fasce della sottostante successione pelitica e arenacea messiniano-tortoniana chiusa dai cicli carbonatici ("calcare di base").

L'esistenza di queste fasce terrigene più erodibili caratterizza in maniera unica il paesaggio carsico già di per sé ricco di doline, determinando la presenza di strette depressioni pseudocarsiche allungate parallelamente alle linee tettoniche; sul fondo argilloso di una di queste è stato addirittura scavato un laghetto ad uso irriguo.

SOSTA 4

La località Ca' Poggio costituisce il punto di partenza di due percorsi per raggiungere a piedi (a cavallo o in mountain-bike) Borgo Rivola, nel fondovalle del Torrente Senio (v. Itinerario 2A).

Il primo, che inizialmente scende nella singolare valle cieca del Rio Stella descritta nell'Itinerario 2A, e quindi risale e scavalca la Vena del Gesso alla sella di Ca' Faggia, e prosegue per Crivellari, offre uno dei panorami più classici e fotogenici della Vena del Gesso (Fig. 35); è qui nel Rio Stella, più che in altri siti, che ciascuno può esercitarsi nel conteggio e riconoscimento di tutti i banchi (o cicli) gessosi (14, 15 o 16?).

Il secondo, che scende nel fondovalle del Senio in prossimità della Cava di Borgo Rivola, restando sempre a distanza di oltre 1 km dalla Vena del Gesso, consente nella parte iniziale di abbracciare nella medesima panoramica la Vena del Gesso da Monte di Rontana a Monte del Casino, per oltre 10 km.

SOSTA 5

Un sistema di sentieri, non sempre ben individuabili per il fitto rimboschimento, si addentra verso NO in quello che a ragione può ben considerarsi il "cuore" della Vena del Gesso, in un paesaggio di grandi doline e pseudo doline (derivate da raddoppi tettonici della successione Marnoso-arenacea e Gessoso-solfifera). E' qui che si può camminare a lungo avendo per orizzonte solo rupi gessose, con possibilità, perché no, di perdere per qualche istante l'orientamento, osservando da un lato un campionario completo delle facies gessose e delle morfologie carsiche e dall'altro esplorando le particolarità vegetazionali e faunistiche che tale habitat ha favorito.

Il fondo delle doline, un tempo coltivato, è oggi ricoperto da una ricca vegetazione spontanea composta sia da arbusti (ginepri, pruni, ginestre, ecc.) che da alberi (in prevalenza roverella, carpino, orniello, acero, ma anche con qualche relitto inselvatichito di piante da frutto). Nelle pareti rocciose ripide ed esposte compare una flora più modesta e tenace, idonea a sfruttare ogni piccolo anfratto e mensola. Nelle esposizioni più calde compaiono la ginestra, il terebinto, il ginepro, il leccio, la fillirea. Il suolo forestale, nei punti più densi si presenta in autunno ricoperto da un'abbondante fioritura di ciclamino napoletano.

SOSTA 6

Deviazione al bivio per raggiungere in 10' la Pieve di Monte Mauro fino a poco tempo fa quasi del tutto diroccata ed ora in fase di discutibile rifacimento e in altri 15' la cima di Monte Mauro (= Monte Maggiore: 514,9 m s.l.m.), la più alta della Vena del Gesso, uno dei punti panoramici per eccellenza dell'Appennino Romagnolo. Qui sorgeva una munita Rocca, della quale restano ben individuabili alcuni tratti della cortina occidentale, la cisterna e la piazza d'armi interna alle mura.

Fino alla II Guerra Mondiale si ergeva la parte basale del mastio. La vetta di Monte Mauro era già fortificata nel 950; la rocca era praticamente imprendibile, e per questo motivo venne distrutta dai Veneziani ai primi del '500 quando questi ne entrarono in possesso invadendo la valle del Senio. Dal punto più alto del monte lo sguardo spazia a monte e a valle della Vena. E' possibile rilevare immediatamente il netto contrasto ambientale e paesaggistico indotto dalle differenti rocce presenti a S (marne e arenarie) ed a N (argille) della dorsale gessosa.

Sulla cresta e tra le balze rocciose esposte a S sono frequenti cespugli di arbusti ed alberi piegati dal vento. Qui, tra le specie termofile, sono ben evidenti annose macchie di leccio, specie arborea tipicamente mediterranea, nata qui spontaneamente grazie al seme trasportato dagli uccelli, e tenacemente ancorata con robuste radici agli anfratti rocciosi.

Queste macchie lecciose, analogamente a quelle più vaste delle grandi "gole" marchigiane (Furlo, Frasassi, ecc.), possono venire interpretate anche come relitti vegetazionali di intervalli climatici ottimali in cui la flora mediterranea si estendeva all'intera regione contornante l'Adriatico settentrionale (Fig. 36-37).

TRATTO MONTE MAURO - RIOLO TERME

Proseguendo verso N la strada, dopo un tratto estremamente panoramico ricavato su un crinale gessoso, scende gradualmente nella valle del Rio Ferrato, profondamente incassata nei versanti calanchivi e franosi delle argille plioceniche, per immettersi nella SS 306 circa 1 km a monte dello Stabilimento Termale di Riolo Terme. Percorso a ritroso, questo tratto costituisce il più rapido accesso a Monte Mauro per chi ha completato l'Itinerario 2A.

SOSTA 7-8

Costituiscono buoni punti di arrivo e/o transito per i percorsi descritti rispettivamente alla SOSTA 5 e alla SOSTA 3, così come di partenza per effettuare i medesimi percorsi al contrario con pari soddisfazione.


fig. 31 fig. 32 fig. 33 fig. 34
fig. 35 fig. 36 fig. 37 fig. 37a
       

fig. 31 - Itinerario 2B (base CTR Emilia-Romagna 1976).

fig. 32 - Le bancate gessose subverticali di Monte Incisa sopra gli strati suborizzontali della Formazione Marnoso-arenacea, nella valle del Sintria. (foto G.B. Vai)

fig. 33 - Calcare a Lucina presso Vespignano. (foto G.B. Vai)

fig. 34 - La successione gessosa ripetuta per sovrascorrimenti tettonici orientati verso SO (frecce), valle del Sintria. (foto G.B. Vai)

fig. 35 - La valle cieca del Rio Stella, chiaramente condizionata dall'omonima faglia. (foto G.B. Vai)

fig. 36 - La dorsale maestosa di Monte Mauro in vista invernale da sud. (foto G.B. Vai)

fig. 37 - Lecci annosi abbarbicati sulla ripida parete di Monte Mauro. (foto G.B. Vai)

fig. 37a - La valle cieca del rio Stella e la dorsale gessosa del monte della Volpe (foto P. Lucci, Speleo GAM)

   
  

 

Speleo GAM Mezzano (RA)