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Itinerario 2
I Gessi da Riolo Terme
S. Marabini, U. Bagnaresi, G.P.
Costa, P. Forti, A. Olivier, G.B. Vai
Riolo Terme, a circa un'ora d'auto da
Bologna, è il punto di partenza ideale per visitare Borgo
Rivola, Crivellari, Ca' Budrio, Zattaglia, Monte Mauro e altri siti notevoli
del tratto di Vena del Gesso che taglia trasversalmente la vallata del
Torrente Senio.
Poiché questa zona comprende le
porzioni di Vena del Gesso più imponenti, naturalisticamente più
conservate e conservabili, idonee soprattutto per esplorazioni
attraverso sentieri stretti dalla vegetazione, sono stati prescelti
percorsi tali da ridurre al minimo l'impiego dell'auto. Molti dei
sentieri indicati possono essere percorsi a cavallo o in
mountain-bike.
Nel caso la visita non possa prevedere
lunghe soste per escursioni a piedi, risulta senz'altro possibile
collegare nell'ambito della medesima giornata tale itinerario a quello
nei Gessi di Brisighella (v. Itinerario 3).
Itinerario 2A (Fig. 24)
TRATTO RIOLO TERME - BORGO RIVOLA
Sono sufficienti 15' di auto lungo la
SS 306 per risalire la valle del Senio sino alla strettoia di Borgo
Rivola, completamente incisa in roccia gessosa. Il paese, sito ideale
di stanziamento umano sin dalla preistoria, sorge su un terrazzo
fluviale elevato di una trentina di metri rispetto all'alveo del fiume
e modellato per gran parte sul substrato gessoso; nella scarpata
fluviale furono eseguite da Scarabelli le prime osservazioni
stratigrafiche moderne e la raccolta di faune dulcicole e salmastre
del Messiniano superiore a partire dalla prima metà del secolo
scorso.
TRATTO BORGO RIVOLA - MONTE MAURO
Circa 700 m prima di Borgo Rivola si
dirama a SE della SS 306 la via Caduti di Crivellari, che subito
attraversa il Senio ed è ben agibile per l'auto risalendo sino alla
borgata dei Crivellari (km 6,5 da Riolo Terme); si tratta di un
gruppo di edifici purtroppo in gran parte abbandonati e diroccati nel
dopoguerra, per la cui costruzione è stata abbondantemente impiegata
una locale pietra gessosa a grana fine di origine diagenetica, color
miele, contenente frequenti noduli di selce e inglobante localmente
piccoli gasteropodi (molluschi) di ambiente salmastro.
SOSTA 3
Sul lato NO di una dolina ubicata in
corrispondenza del contatto sommitale della successione gessosa è ben
osservabile un corpo lenticolare di conglomerati a ciottoli quasi
esclusivamente calcarei, riferibile alla Formazione a Colombacci.
Questa costituisce un dosso allungato per una decina di metri a lato
della strada e che prosegue dopo i Crivellari (Fig. 25). La
strada sterrata si riduce ad una carrareccia inoltrandosi in un
paesaggio boscoso, internamente alla Vena del Gesso, per Ca' Faggia e
Monte Mauro (v. Itinerario 2B). Spostandosi sulla dorsale, in
direzione di Monte Mauro, si possono osservare a NE delle ampie aree
boscate un tempo tenute a ceduo e pascolo. Si intravedono anche
numerose conifere, sparse o in gruppi, rimboschite dopo l'ultima
guerra.
La vegetazione forestale è molto varia
per specie, densità e struttura. Nelle conche e nei ripiani con suolo
profondo la roverella raggiunge dimensioni ragguardevoli, pur
rivelando la sua diretta origine dal ceduo; altrettanto avviene per le
altre specie forestali presenti (acero, carpino, orniello, ed anche in
minor misura ciliegio selvatico, sorbo, ecc.). Nelle dorsali e nei
versanti più ripidi, il suolo diventa meno fertile e con scarso
spessore; le specie forestali assumono una forma più ridotta e
raccolta e nelle aree più scoperte compare il ginepro, la ginestra,
il pruno selvatico.
I vecchi coltivi e pascoli sono ormai
diventati bosco, grazie alla disseminazione delle piante arboree
vicine e sporadiche e ai rimboschimenti che hanno disseminato di
conifere il territorio (pino nero, pino silvestre ed anche abeti:
specie estranee all'ambiente naturale locale!). In alcune zone fertili
e più accessibili, verso il settore inferiore della Vena, sono ancora
attentamente coltivati rigogliosi frutteti e vigneti. Vecchi centri
aziendali, in diverse condizioni di abbandono o in fase di restauro,
sono sparsi in questa parte della Vena, un tempo ricca di vita e di
faticose e povere attività agricole. I fabbricati sono ora destinati
al riposo settimanale o al ricovero di attrezzi agricoli. Per
ritrovare aziende agricole ancora vitali, bisogna scendere al confine
inferiore degli affioramenti gessosi. Dalla dorsale, guardando in
basso e verso S, dopo le ripide balze della Vena, si può osservare
l'ampia valle cieca del Rio
Stella, ricca di terreni favorevoli
all'agricoltura, attualmente in gran parte destinati a colture arboree
da legno (pioppeti, noceti e ciliegeti) e da frutto.
Dai Crivellari, verso O, è possibile
entrare agevolmente nell'area della Cava
di Borgo Rivola.
Da Borgo Rivola è anche possibile
raggiungere a piedi (meglio a cavallo o in mountain-bike) Monte
Mauro (tempo circa 3 h) per un percorso posto a meridione della Vena
del Gesso, che risale la forra del Torrente Senio in destra
idrografica passando sotto la celebre Grotta
del Re Tiberio e in
prossimità della Cava di Borgo Rivola e prosegue quindi per Mongardino, Ortale
ed oltre.
CAVA DI BORGO RIVOLA
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Per visite all'interno della vasta area della
Cava
di Borgo Rivola attiva dal 1958, attraverso percorsi
pedonabili di facile transito è necessario il permesso della ditta
(chiedere informazioni presso il Municipio di Riolo Terme). Tutti i percorsi hanno inizio dal ponte sul Torrente
Senio, dove si giunge per una
comoda e larga strada che si dirama dalla S.S. Casolana-Riolese poco
dopo l'abitato di Borgo Rivola, e terminano su strade comunali
asfaltate. |
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Ovviamente il circuito di visita potrà
essere soggetto a possibili varianti in dipendenza dello sviluppo
delle future attività estrattive, ma in ogni caso è stato
individuato tenendo conto dell'ubicazione dei fronti di cava e delle
discariche previste dal piano di coltivazione decennale ora in atto. |
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PERCORSO ALLA GROTTA DEL RE TIBERIO |
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Nella rupe gessosa di destra Senio, in
parte modificata dall'attività di cava, si apre la Grotta del Re
Tiberio. E' indubbiamente la grotta più nota e "celebrata"
della Vena del Gesso. I lavori di estrazione del minerale hanno
profondamente alterato questa risorgente attiva. La grotta è
raggiungibile per uno stretto, ed in alcuni punti ripido sentiero
panoramico, che si inerpica sul fianco della parete gessosa, ed è
collegato alla viabilità interna del cantiere minerario. Dall'atrio
di accesso della grotta, suggestivo per la presenza di numerose
nicchie artificiali, "sedili" e veri e propri abbeveratoi
scavati nella roccia (Fig. 26), la vista sulla valle e sulla
sottostante stretta di Borgo Rivola è splendida. Proprio in virtù
della posizione dominante e della antica presenza di acqua sorgiva e
di stillicidio, la Tana del Re Tiberio è stata frequentata dall'uomo
con una assiduità ed una continuità temporale uniche, per scopi
nobili (religiosi, soprattutto in epoca preistorica e protostorica) e
meno nobili (la "spelonca" fu ricovero di ricercati, banditi
e falsari in epoca storica). Lo sviluppo della grotta è di oltre
quattro chilometri con un dislivello di 182 m. |
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E' facilmente percorribile con abiti
normali per un tratto illuminato di una sessantina di metri fino alla
Sala Gotica, il cui singolare modellamento è in gran parte il
risultato della soluzione provocata dall'acqua di condensazione; più
oltre può essere visitata solo con attrezzatura speleologica (Fig.
24). |
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PERCORSO GENERALE |
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E' il percorso di visita più completo
(ci vuole almeno una mezza giornata), interessantissimo e panoramico
sia per una osservazione completa dell'interno della cava vera e
propria che degli ambienti circostanti più o meno intatti. Dalla cima
del "troncato" Monte Tondo a O-SO si domina la cava e la
valle del Senio, mentre verso N la panoramica si allarga nella Pianura
Padana dal mare fino alle Prealpi. |
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A un certo punto del percorso è
osservabile il pozzo di gettito del minerale gessoso, costruzione
molto interessante dal punto di vista minerario (Fig. 30a) ed alcuni impianti
accessori della cava; di qui è anche possibile raggiungere
agevolmente in direzione E, subito al di fuori dell'area di cava,
l'abitato dei Crivellari (Fig. 24). |
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TRATTO BORGO RIVOLA - CA, BUDRIO |
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Circa 500 m dopo Borgo Rivola si
diparte sulla destra della SS 306, al centro del terrazzo fluviale, la
via Sasso Letroso (4) che può essere agevolmente risalita in auto
almeno sino in prossimità della Chiesa di Sasso Letroso (5).
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SOSTA 5 |
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Affacciandosi sul ciglio della parete
gessosa verticale in prossimità della chiesa, con graziose fioriture
primaverili di pervinca vicino ai cristalli geminati di selenite a
ferro di lancia (Fig. 27), si gode a S in direzione di Casola
Valsenio la splendida veduta del fondovalle terrazzato in cui è
profondamente incassato il Torrente Senio, veduta tanto più
apprezzabile quanto più è sgradevole l'inserimento dei recenti
impianti industriali. Questa conca di fondovalle, che si allarga per
oltre un chilometro subito a monte della strettoia di Borgo Rivola,
suggerì al giovane Scarabelli negli anni '40 del secolo scorso
l'ipotesi di un antico lago prosciugato, poi rivelatasi inesatta ma
non priva ancor oggi di fascino (Fig. 28). |
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Frontalmente, a E, si ha la panoramica
più completa dello scempio ambientale perpetrato dalla Cava di Borgo
Rivola, che si consiglia di vedere sinteticamente da qui. Il fronte di
cava, ha risparmiato la parte gessosa occidentale a picco sul Torrente
Senio, nella quale si apre la Tana del Re Tiberio. Oltre la Cava di
Borgo Rivola, sullo sfondo della medesima, è visibile l'impluvio in
cui è stata misurata la Sezione Monte Tondo nelle argille al limite
Tortoniano / Messiniano, con significato analogo a quella di Monte del
Casino (Itinerario 1B) (Fig. 29 e Fig. 30). |
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Da Sasso Letroso è raggiungibile a
piedi (a cavallo o in mountain-bike), in circa 1 h, la
sella di Ca' Budrio (7), una netta discontinuità
morfologico-strutturale trasversale alla Vena del Gesso (tipo
mini-Graben), caratterizzata dal campo di doline più occidentale
della Vena medesima. |
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Il ritorno da Ca' Budrio verso Borgo
Rivola è possibile per un sentiero alternativo che si dirama da un
bivio ben individuabile all'interno del bosco (6); ma è anche
possibile dirigersi verso NO in direzione di Monte del Casino, Banzole
(v. Itinerario 1B), oppure scendere a S nel fondovalle del Senio
all'altezza di Canova (8) in Fig. 24. |
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fig.
24 |
fig.
25 |
fig.
26 |
fig.
27 |
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fig.
28 |
fig.
29 |
fig.
30 |
fig. 30a |
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fig. 24 - Itinerario 2A (base CTR Emilia-Romagna 1976). |
fig.
25 - Banchi conglomeratici nella Formazione a
colombacci ai Crivellari. (foto G.B. Vai) |
fig. 26 - Veduta dall'interno dell'ingresso alla Grotta del Re Tiberio a
Borgo Rivola, con le caratteristiche nicchie artificiali. Schizzo autografo in
un libretto di campagna di G. Scarabelli a metà dell'800. Bibl. com. Imola. |
fig. 27 - Geminato di selenite a ferro di lancia con cristallo primario
(opaco) all'interno. La scala è un fiore di pervinca. (foto G.B. Vai) |
fig. 28 - La valle del Senio a monte della stretta di Borgo Rivola. (foto
G.B. Vai) |
fig. 29 - Sezione stratigrafica del limite Tortoniano/messiniano al Monte
Tondo, lato E Cava Anic. (foto G.B. Vai) |
fig. 30 - Alternanza tra argille scure bituminose e argille chiare con
tracce di limivori. (foto G.B. Vai) |
fig. 30a - Il pozzo di gettito del minerale gessoso nei pressi della cava
di Borgo Rivola (foto P. Lucci, Speleo GAM) |
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Itinerario 2B (Fig. 31)
TRATTO RIOLO TERME - ZATTAGLIA
Da Riolo Terme si giunge comodamente a
Zattaglia in auto, deviando verso E dalla SS 306 in prossimità dello
Stabilimento Termale, giungendo al ponte sul Sintria, affluente del
Torrente Senio, e risalendone in direzione SO il fondovalle prima in
destra poi in sinistra idrografica sino al paese posto ai piedi della
rupe di Monte Mauro. Zattaglia (km 10 da Riolo Terme), unico modesto
abitato di questa valle secondaria fortunatamente poco frequentata,
perché priva di richiami turistici, è tuttavia un nodo viabile ben
collegato con la media valle del Senio a O (SP Monticino - Limisano) e
con la valle del Lamone a E (vedi Itinerario 3).
SOSTA 1
Si ha dal fondovalle una veduta
ravvicinata, dal basso, dell'incombente massa gessosa di Monte Mauro;
portandosi nell'alveo del torrente si osserva molto bene il contrasto di
giacitura tra gli strati della Formazione Marnoso-arenacea,
suborizzontali, e le sovrastanti successioni di banchi gessosi
verticalizzati di Monte Mauro e di Monte Incisa (Fig. 32), indice
della importante superficie di faglia che li separa. Circa 400 m prima,
in località Pietralunga, è ancora ben individuabile, subito a monte
della strada provinciale, la residua morfologia di una cava abbandonata
da cui fu quasi completamente asportato nel dopoguerra un grosso blocco
di Calcare a Lucina (interpretato di recente come litoherma associato a
venute sottomarine di metano) (Fig. 33). Molti frammenti calcarei
sono tuttora rinvenibili nel suolo, ma è sicuramente più stimolante la
ricerca di altri blocchi calcarei similari, grossi dal metro sin oltre
la decina di metri, emergenti numerosi su ambedue i versanti vallivi (v.
cap. 2).
TRATTO ZATTAGLIA - MONTE MAURO
Circa un chilometro prima di Zattaglia
inizia sulla sinistra valliva (2) la strada sterrata, attualmente ben
segnalata, che porta in prossimità della vetta di Monte Mauro (km 7 da
Riolo Terme), risalendone con alcuni ampi tornanti a mezzacosta il
versante meridionale.
SOSTA 3
In corrispondenza di uno stretto gomito
di tornante a sinistra inizia la via Co' di Sasso, che costituisce
senz'altro un'ottima partenza per salire a piedi a Monte Mauro,
aggirandolo a N per Co di Sasso, Ca' Morara (Camorera), Monte Incisa,
Canovetta (tempo circa 2 h).
Tale percorso offre una buona opportunità,
per chi vuole cimentarsi nel riconoscimento sul campo della successione
delle varie facies gessose e dei relativi cicli, in quanto consente
l'attraversamento di ben tre scaglie tettoniche (Fig. 34), al
contatto tra le quali sono spesso conservate fasce della sottostante
successione pelitica e arenacea messiniano-tortoniana chiusa dai cicli
carbonatici ("calcare di base").
L'esistenza di queste fasce terrigene più
erodibili caratterizza in maniera unica il paesaggio carsico già di per
sé ricco di doline, determinando la presenza di strette depressioni
pseudocarsiche allungate parallelamente alle linee tettoniche; sul fondo
argilloso di una di queste è stato addirittura scavato un laghetto ad
uso irriguo.
SOSTA 4
La località Ca' Poggio costituisce il
punto di partenza di due percorsi per raggiungere a piedi (a cavallo o
in mountain-bike) Borgo Rivola, nel fondovalle del Torrente Senio
(v. Itinerario 2A).
Il primo, che inizialmente scende nella
singolare valle cieca del Rio Stella descritta nell'Itinerario 2A, e
quindi risale e scavalca la Vena del Gesso alla sella di Ca' Faggia, e
prosegue per Crivellari, offre uno dei panorami più classici e
fotogenici della Vena del Gesso (Fig. 35); è qui nel Rio Stella,
più che in altri siti, che ciascuno può esercitarsi nel conteggio e
riconoscimento di tutti i banchi (o cicli) gessosi (14, 15 o 16?).
Il secondo, che scende nel fondovalle del
Senio in prossimità della Cava di Borgo Rivola, restando sempre a distanza di
oltre 1 km dalla Vena del Gesso, consente nella parte iniziale di
abbracciare nella medesima panoramica la Vena del Gesso da Monte di
Rontana a Monte del Casino, per oltre 10 km.
SOSTA 5
Un sistema di sentieri, non sempre ben
individuabili per il fitto rimboschimento, si addentra verso NO in
quello che a ragione può ben considerarsi il "cuore" della
Vena del Gesso, in un paesaggio di grandi doline e pseudo doline
(derivate da raddoppi tettonici della successione Marnoso-arenacea e
Gessoso-solfifera). E' qui che si può camminare a lungo avendo per
orizzonte solo rupi gessose, con possibilità, perché no, di perdere
per qualche istante l'orientamento, osservando da un lato un campionario
completo delle facies gessose e delle morfologie carsiche e dall'altro
esplorando le particolarità vegetazionali e faunistiche che tale
habitat ha favorito.
Il fondo delle doline, un tempo
coltivato, è oggi ricoperto da una ricca vegetazione spontanea composta
sia da arbusti (ginepri, pruni, ginestre, ecc.) che da alberi (in
prevalenza roverella, carpino, orniello, acero, ma anche con qualche
relitto inselvatichito di piante da frutto). Nelle pareti rocciose
ripide ed esposte compare una flora più modesta e tenace, idonea a
sfruttare ogni piccolo anfratto e mensola. Nelle esposizioni più calde
compaiono la ginestra, il terebinto, il ginepro, il leccio, la fillirea.
Il suolo forestale, nei punti più densi si presenta in autunno
ricoperto da un'abbondante fioritura di ciclamino napoletano.
SOSTA 6
Deviazione al bivio per raggiungere in
10' la Pieve di Monte Mauro fino a poco tempo fa quasi del tutto
diroccata ed ora in fase di discutibile rifacimento e in
altri 15' la cima di Monte Mauro (= Monte Maggiore: 514,9 m s.l.m.), la
più alta della Vena del Gesso, uno dei punti panoramici per eccellenza
dell'Appennino Romagnolo. Qui sorgeva una munita Rocca, della quale
restano ben individuabili alcuni tratti della cortina occidentale, la
cisterna e la piazza d'armi interna alle mura.
Fino alla II Guerra Mondiale si ergeva la
parte basale del mastio. La vetta di Monte Mauro era già fortificata
nel 950; la rocca era praticamente imprendibile, e per questo motivo
venne distrutta dai Veneziani ai primi del '500 quando questi ne
entrarono in possesso invadendo la valle del Senio. Dal punto più alto
del monte lo sguardo spazia a monte e a valle della Vena. E' possibile
rilevare immediatamente il netto contrasto ambientale e paesaggistico
indotto dalle differenti rocce presenti a S (marne e arenarie) ed a N
(argille) della dorsale gessosa.
Sulla cresta e tra le balze rocciose
esposte a S sono frequenti cespugli di arbusti ed alberi piegati dal
vento. Qui, tra le specie termofile, sono ben evidenti annose macchie di
leccio, specie arborea tipicamente mediterranea, nata qui spontaneamente
grazie al seme trasportato dagli uccelli, e tenacemente ancorata con
robuste radici agli anfratti rocciosi.
Queste macchie lecciose, analogamente a
quelle più vaste delle grandi "gole" marchigiane (Furlo,
Frasassi, ecc.), possono venire interpretate anche come relitti
vegetazionali di intervalli climatici ottimali in cui la flora
mediterranea si estendeva all'intera regione contornante l'Adriatico
settentrionale (Fig. 36-37).
TRATTO MONTE MAURO - RIOLO TERME
Proseguendo verso N la strada, dopo un
tratto estremamente panoramico ricavato su un crinale gessoso, scende
gradualmente nella valle del Rio Ferrato, profondamente incassata nei
versanti calanchivi e franosi delle argille plioceniche, per immettersi
nella SS 306 circa 1 km a monte dello Stabilimento Termale di Riolo
Terme. Percorso a ritroso, questo tratto costituisce il più rapido
accesso a Monte Mauro per chi ha completato l'Itinerario 2A.
SOSTA 7-8
Costituiscono buoni punti di arrivo e/o
transito per i percorsi descritti rispettivamente alla SOSTA 5 e alla
SOSTA 3, così come di partenza per effettuare i medesimi percorsi al
contrario con pari soddisfazione.
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fig.
31 |
fig.
32 |
fig.
33 |
fig.
34 |
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fig.
35 |
fig.
36 |
fig.
37 |
fig.
37a |
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fig. 31 - Itinerario
2B (base CTR Emilia-Romagna 1976).
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fig. 32 - Le
bancate gessose subverticali di Monte Incisa sopra gli strati
suborizzontali della Formazione Marnoso-arenacea, nella valle del
Sintria. (foto G.B. Vai)
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fig. 33 - Calcare
a Lucina presso Vespignano. (foto G.B. Vai)
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fig. 34 - La
successione gessosa ripetuta per sovrascorrimenti tettonici orientati
verso SO (frecce), valle del Sintria. (foto G.B. Vai)
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fig. 35 - La
valle cieca del Rio Stella, chiaramente condizionata dall'omonima
faglia. (foto G.B. Vai)
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fig. 36 - La
dorsale maestosa di Monte Mauro in vista invernale da sud. (foto
G.B. Vai)
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fig. 37 - Lecci
annosi abbarbicati sulla ripida parete di Monte Mauro. (foto G.B.
Vai)
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fig. 37a - La
valle cieca del rio Stella e la dorsale gessosa del monte della Volpe (foto
P. Lucci, Speleo GAM)
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