Regione Emilia Romagna; Assessorato Pianificazione e Ambiente, Collana naturalistica - La Vena del Gesso - 1974

 

LE ACQUE MINERALI

 

Stefano Marabini

  
In prossimità della fascia di affioramento dei Gessi romagnoli è frequente la presenza di sorgenti di acque sulfuree e salate (clorurato sodiche), che localmente fanno la fortuna turistica di queste zone (Riolo Terme, Brisighella, ... e, perché no, sul prolungamento verso sud-est: Castrocaro e Fratta Terme). 

In posto, molti pensano che ci debba essere una qualche relazione tra la dissoluzione dei gessi nel sottosuolo e l'emergenza di queste acque, il che sarebbe dimostrato dalla comune presenza in un caso dello zolfo e nell'altro di sale di origine marina; in alcuni casi poi si trovano acque allo stesso tempo ad elevato contenuto salino e marcatamente solfuree.

Per le acque solfuree, frequenti a dire il vero anche nell'Appennino più interno, l'ipotesi di una qualche relazione genetica con la dissoluzione di gessi ha basi scientifiche; non è detto comunque che si tratti unicamente dei gessi messiniani, in quanto a maggiori profondità nell' "edificio appenninico" è nota dai sondaggi petroliferi la presenza di più antichi gessi triassici. 

Per le acque salate è invece più documentata la interpretazione come acque di fondo (acque fossili) di bacini sedimentari, intrappolate nel sottosuolo da spesse coperture di sedimenti poco permeabili o impermeabili (p.e. le argille plioceniche), che riescono a salire e fuoriuscire attraverso sistemi di frattura e di faglia. 

Poiché la Vena del Gesso presenta un complesso assetto strutturale caratterizzato da numerose discontinuità tettoniche sia longitudinali (sovrascorrimenti) che trasversali (miniHorst), ecco più semplicemente una chiave per interpretare la relativa corrispondenza tra gli affioramenti di gesso e l'emergenza di queste acque profonde. In molte località del pedeappennino emiliano-romagnolo (soprattutto nel Modenese, ma anche più vicino: a Bergullo e lungo il Rio Ponticelli nell'Imolese e nella zona di Castrocaro) analoghe emergenze di acque di fondo sono favorite e accompagnate da risalite di metano, determinando gli affascinanti fenomeni delle salse e dei vulcanelli di fango. Nella Vena del Gesso esempi attuali di tale genere non sono noti, però non mancano indizi "fossili", sia di età miocenica (calcare a Lucina e i cosidetti "olistoliti calcarei" della zona del Sintria) che assai più recenti (certe concrezioni silicee di grotta tuttora oggetto di studio). 

Per chi volesse comunque esplorare la Vena del Gesso anche con un occhio per tali acque minerali, ecco un elenco delle principali sorgenti e di riferimenti toponomastici, da nord-ovest verso sud-est:  

- Sorgente dell'Acqua Salata, nell'alto Rio Mescola, a nord-ovest del Monte Penzola - Sorgenti sulfuree del podere Figna presso Borgo Tossignano

- Varie sorgenti di acque sulfuree e salate in sinistra idrografica del Torrente Senio, tra Borgo Rivola e Riolo Terme, in alcuni casi con emanazioni modeste di metano

- Sorgenti di acque solfuree nella zona a sud della Cava ANIC - Sorgenti di acque salate nella zona di Vedreto, sul Torrente Sintria - Rio delle Zolfatare, a nord della Grotta La Tanaccia - sorgenti solfuree e salate delle Terme di Brisighella. Ma forse la maniera più interessante per individuare acque minerali (non risulta siano stati mai fatti censimenti ufficiali) è di fermarsi ogni tanto per chiedere informazioni a qualche vecchio contadino; si impareranno le storie di guarigioni di bestiame che si abbeverava ad una data sorgente, di come in tempo di guerra certe acque fossero l'unica fonte di sale, e così via.

   

Speleo GAM Mezzano (RA)